venerdì 26 giugno 2009

In nome dei lavoratori (terza puntata)

Il portone si apre da solo davanti a me. Dal citofono viene fuori una voce: 'Appena entri a destra ci sono le scale. E' al quarto piano', ordina. Obbedisco. L'atrio è poco illuminato, le scale lo sono ancora meno. Non ho mai capito perché alcuni palazzi del centro di Roma siano così eleganti, fighetti e bui.

Sul pianerottolo del quarto piano un filo di luce mi guida a una porta socchiusa, il 'buchetto' del grande Sindacalista, una sessantina di metri quadrati, un'unica grande stanza invasa dagli oggetti della sua passione. Sono decine, di ogni colore e forma, di ogni materiale e dimensione. In un angolo un groviglio di fili, cavi elettrici e spine per alimentare fax, computer, stampante laser, impianto stereo, videoregistratore, televisore con schermo gigante.

Non esistono pareti, o comunque non se ne vede traccia, nascoste come sono. Non si scorge nemmeno lui, il grande Sindacalista. Dopo un po' sento la sua voce. Parla con qualcuno al telefono. Sullo schermo del televisore scorrono le immagini di un tg, la giornalista parla di un incidente, un operaio morto in un cantiere. 'Sì, mi sto recando lì, i lavoratori devono sapere che sono con loro'.

Quando mi vede interrompe di colpo la telefonata per venirmi incontro. 'Benvenuta nel mio buchetto...' Mi precede verso una scala di legno. In cima c'è un soppalco con una finestra che si apre su un terrazzo illuminato dal sole. Con un braccio mi cinge la vita e mi accompagna fuori.

2 commenti:

  1. Dove siamo finiti UTILIZZATA FINALE..... reazione!!!!!!!!http://www.larabbia.blogspot.com/

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