domenica 12 luglio 2009

In nome dei lavoratori (settima puntata)

Innanzitutto mi allontano. Meglio inserire alcuni metri di distanza fra me e lui, e provare a uscire da questa situazione. La stanza è minuscola, posso avvicinarmi alla porta ma sembra scortese, in fondo non ha ancora fatto nulla e devo riuscire a ottenere le informazioni per scrivere l'articolo. Vado verso la finestra, non è una gran via di fuga, al massimo posso fare il giro del terrazzo con vista sui tetti di Roma, ma è meglio di nulla.

Gli chiedo di precisare meglio alcuni dettagli di uno dei suoi rari pezzi da collezione e ne approfitto per pensare. Considero la seconda soluzione, concedergli un rapido passaggio su di me, ma la scarto subito. Non se ne parla. Considero la terza soluzione, parlargliene. Sì, ci provo. E' un sindacalista, lunga militanza nella sinistra, il dibbbattito ci sta sempre bene, e poi potrebbe anche spegnere alcuni bollori.

Me ne sto lì, sotto la cornice della finestra, a fingere di ascoltarlo, quando mi rendo conto che sta avanzando di nuovo verso di me. Ha ancora l'occhio da pesce lesso. Lo sapevo che la finestra non era granché come soluzione, ora non so davvero dove andare per sfuggirgli.

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