venerdì 3 luglio 2009

In nome dei lavoratori (quinta puntata)

Eravamo rimasti che ho preferito non dirvi quanto fosse basso o alto, ciccione o smilzo il grande Sindacalista. Siamo lì, nel suo buchetto con vista sui tetti di Roma in un radioso pomeriggio. Mi cinge la vita con il braccio e mi accompagna fuori. Ci sono uomini così. C'è chi mostra il video con Bush, qualcuno si serve della collezione di quadri antichi, altri della bellezza di un luogo. Ci sono donne con cui funziona. E altre che piuttosto si farebbero monache.

Il grande Sindacalista è trasversale anche in questo, oltre che in qualche sua collocazione politica. Si serve della bellezza del luogo. Mi mostra terrazze e palazzi nobiliari con aria orgogliosa e sicura. Sembra il padrone di ogni costruzione, da qui a piazza del Popolo. Poi, però, mi riaccompagna dentro. La sua mano è ancora intorno alla mia vita.

Nella stanza non poteva mancare una collezione unica e pregiatissima. Con parole da fine intenditore mi introduce alle caratteristiche di ogni pezzo. Guardo l'orologio. Devo andare in redazione a scrivere e devo ancora trovare il modo di farlo parlare della trattativa della sera prima. Provo a deviare il discorso dai suoi pregiati e inutili oggetti, ma lui prosegue. Inizio a essere un po' nervosa. E comunque se il suo è un modo per portarsi a letto una donna, mi sembra di una noia mortale.

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